di Alberto Cotrona
Tutto parte da una constatazione semplice: spesso accade che chi ama, desidera, visita la Grecia abbia un quadro chiaro di cosa fosse l'Ellade del 480 a.C. (le Guerre Persiane! Le prime tragedie!), mentre non ha idea, e forse nemmeno molto interesse, di come fosse la Grecia degli anni '80 del Novecento. A poche miglia dal nostro Sud, ma lontanissima da aspirazioni che non fossero vacanziere. Niente di strano, non fosse che questi miti contemporanei sono valsi e valgono per molti altri paesi: la movida madrilena prima e Barcellona poi, Shoreditch e Williamsburg di qua e di là dell'Atlantico, Belleville e Kreuzberg per restare nel continente. I più audaci, in tasca un biglietto per il Sudamerica o l'Oriente. La Grecia? Poco o niente. Invece, la Grecia contemporanea è profondamente, inevitabilmente e bellamente cool. Stupisce sempre, raramente delude, spesso sconvolge. A partire da Atene e arrivando alle stagioni inaspettate delle sue isole, passando per una provincia forse ancora più provincia di quella italiana, cavalcando un entroterra irregolare come le sue tendenze: le vibrazioni infinite della capitale, le solitudini dei villaggi, lo sconcerto della natura. Proviamo a mettere insieme 5 motivi del suo essere così magnetica: 1. Orari. In Grecia, semplicemente non ci sono. Il luogo dell'oblio dell'ansia da pasto, dell'inesistenza della ristorazione dittatoriale ("La cucina è chiusa", "Quante acque? 4? 10 euro"). Nonostante sia nativo dell'Appennino, è Vasco colui che ha meglio descritto, involontariamente, il lifestyle greco: non è mai tardi in Grecia 2. Borghi. Ci sono i borghi in Grecia? Intendiamoci: così come in Italia - anzi, forse un po' meno per minore vitalità ai tempi del Medioevo e del Rinascimento - anche in Grecia ci sono paesetti pittoreschi pieni di sorprendenti attività aggregative, culturali e sportive. Ma sono e restano appunto χωριά, paesi, villaggi. I greci, popolo dalla lingua perfetta e per questo motivo verticale, chirurgica e mai sciattamente enfatica, chiamano le cose col proprio nome. Sono e restano paesi, spesso mozzafiato come Monemvasià, Metsovo o i capoluoghi (chora) delle isole. Per la raccolta delle olive, per il funerale di un lontano parente, per tentare la fortuna con un airbnb, il choriò (paese)" è una presenza costante nella geografia emozionale greca, amato e odiato insieme. 3. Atene. Più di un terzo della popolazione greca vive nella capitale e si vede. Può capitare di sentir dire che Atene è la nuova Berlino, ma è chiaro che semmai è vero il contrario, e solo se si tolgono il mare, la luce e un paio di millenni. Teatri ovunque, librerie dappertutto, cibo sempre, musica anche. Dagli angoli rabbiosi di Exarchia agli ammiccamenti hipster di Pangrati, dalla classe un po' anni '80 di Kolonaki agli esperimenti di Kypseli, fino all'Acropoli (e qui le parole non servono) e al Pireo (nemmeno qui), Atene ha indubbiamente i bar e i locali notturni più belli del mondo. Più di un terzo della popolazione greca vive ad Atene e ha ragione. 4- Le isole. Quelli che non dicono, in occasione delle vacanze o di qualche commissione o evento eccezionale "Vado al paese", dicono "Vado nell'isola". Le isole greche sono talmente tante e diverse che diventano un mondo a sé, una costellazione. La regina, per chi scrive, è Corfù: veneziana e grecissima, in odor di Francia e Inghilterra, è un'isola-mondo. E poi c'è l'Egeo, diviso tra star system globale e calette incontaminate e protette da tutto tranne che dal meltemi, come la Karpathos amata da Paola. Per non parlare di Creta, che se non suonasse male, così come per la Sicilia, avrebbe fatto nascere il concetto di cretitudine. Nessun uomo è un'isola, diceva quello, ma se lo fosse, parlerebbe greco. 5. Cultura. Senza paura: tutto in Grecia è incredibilmente connesso a un'entità che sta al di fuori del tempo, come se fosse stato creato per dirti qualcosa. Questo qualcosa non si affanna per dirti che ha due-tremila anni, anche perché spesso è giovane: la poesia combattente di Ritsos, le pulsioni di un movimento artistico ateniese, una compagnia di teatro di Salonicco, un festival indipendente in un'isola dell'Egeo o delle aree interne. Può prendere forme ancora più quotidiane, come quelle di una ricetta di Marina, da Corfù, che raccontandoti una spezia ricorda il sacrificio estremo delle donne di Souli, nell'Epiro che si gettarono nel precipizio danzando, coi figli in grembo, ingannando così i Turchi, a pochi passi dall'Acheronte. Un qualcosa che non si spiega, ma si vive, e si ricorda anche senza averlo vissuto, come il mito. Questi sono solo 5 esempi semiseri e giocosi, chiaramente non esaustivi. La voglia di raccontarla, questa Grecia tutta contemporanea, ha fatto nascere il progetto #AgapiMouGrecia, ideato e promosso da MYTH euromed e My Greek Salad (il bellissimo blog di Paola Giovanettoni, di cui si parla nel punto 4): un viaggio, sotto forma di live facebook, nella Grecia più autentica, inaspettata, verace. Una traversata nel cuore della Grecia, dalle spiagge famose alle pulsioni urbane più sorprendenti, tra arcipelaghi, litorali continentali, ecoturismo e gastronomia, turismo sostenibile e tematico e un'infinita di suggestioni. #AgapiMouGrecia ha il patrocinio ufficiale dell'Ente Ellenico per il Turismo (EOT - Visit Greece) per tutto il 2021, grazie alla presidente Angela Gerekou, che con visionaria passione ci ha creduto fin dall'inizio. I live vengono trasmessi sulle pagine facebook MedTaste e My Greek Salad.
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January 2022
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